Con WhatsApp la storia si potrebbe concludere più velocemente: è vero che non sono presenti banner pubblicitari, ma i 700 milioni di utenti attivi pagano 89 cent per il servizio. Voi potreste dire che si pagano una volta l'anno, ma non tutti pagano nello stesso momento dell'anno, i pagamenti e gli introiti sono distribuiti su tutto l'anno.
Per Telegram la storia si fa diversa, poiché come tutti ben sappiamo, la app è completamente gratuita e non vende pubblicità. Come fa Telegram dunque a pagare i propri dipendenti e le spese di gestione?
Troviamo la risposta direttamente nelle F.A.Q del sito Telegram che recita:
Q: How are you going to make money out of this? (Come fa Telegram a guadagnare?)
We believe in fast and secure messaging that is also 100% free.Commercial companies frequently face the need to compromise their values for financial gain. This is why we made Telegram a non-commercial project. Telegram is not intended to bring revenue, it will never sell ads and cannot accept outside investment. It also cannot be sold. We're not building a “user base”, we are building a messenger for the people.Pavel Durov, who shares our vision, supplied Telegram with a generous donation through his Digital Fortress fund, so we have quite enough money for the time being. If Telegram runs out, we'll invite our users to donate and add nonessential paid options to break even. But making profits will never be a goal for Telegram.
Letteralmente vuole dire:
Noi speriamo in un servizio di messaggistica veloce e sicuro che sia allo stesso tempo gratis al 100%
Le compagnie commerciali richiedono spesso soldi per le loro azioni.
Ecco perchè Telegram è un progetto non commerciale. Telegram non è pensato per riscuotere guadagno, non può essere venduto e non riceve investimenti esterni.
Pavel Durov, che ha condiviso il nostro progetto, ha supportato Telegram con una generosa donazione, quindi per ora abbiamo tutti i soldi che ci servono. Se Telegram andasse fuori budget chiederemmo ai nostri utenti di donare liberamente una somma di denaro per poter continuare.
Ma l'obbietivo di Telegram non sarà mai quello di generare profitto.
Come potete notare ci sono due idee di fondo decisamente diverse tra WhatsApp e Telegram. Da una parte WhatsApp, che da sempre è a pagamento e cerca dunque un modo per guadagnare e dall'altra parte Telegram che afferma di non voler guadagnare ed avere come unico obiettivo quello di garantire un servizio efficiente e sicuro.
Abbiamo da una parte un servizio dall'icona verde con grafiche uguali da molto tempo, che riceve pochi aggiornamenti importanti e si fa pagare e dall'altra parte un servizio totalmente gratuito che ci garantisce una grafica in Material Design, velocità, client PC e utilizzo multidispositivo.
C'è da notare che non sempre ciò che si paga è meglio di ciò che è gratis.
Con questo non voglio dire che WhatsApp non faccia ciò che promette, anzi lo fa più che bene gestendo bene anche centinaia di messaggi al minuto e come applicazione è molto molto usata(addirittura gli imbianchini prendono ordinazioni su WhatsApp).
Secondo me se WhatsApp diventasse come Telegram potrebbe essere il top: gratis, multidispositivo, grafiche aggiornate.
Certamente non è semplice gestire servizi di tale calibro e immagino le spese siano molto alte, ma da osservatore sembra molto più onesto dire che non ci si guadagna nulla se non con rare donazioni piuttosto che guadagnare montagne di soldi senza apparentemente reinvestirle.
Le spese indubbiamente ci sono e senza vendere pubblicità guadagnare nel mondo del web è molto difficile e il fatto di guadagnare può migliorare la qualità di un prodotto, cosa che non accade con WhatsApp.
Insomma siamo di fronte a un divario: chi guadagna e non spende e chi non guadagna e si milgiora continuamente.
Un bel divario non credete?
Un utente G+ leggendo il nostro editoriale ha prontamente detto la sua a riguardo, il suo commento offre ulteriori spunti di riflessione:
"E' importante anche percepire le particolarità della filosofia open-source, che non si limita a porre Telegram portatore di una sorta missione filantropica... In realtà, in quel tipo di filosofia ci possono rientrare anche altre chiavi di lettura, come la pubblicità, che ne deriverebbe indirettamente nel potersi pubblicizzare come produttore di un software di qualità (ricordiamoci che Telegram si basa si un sistema di criptazione forte che è quasi di livello militare) o come eventuali progetti collaterali che ne possano sfruttare le logiche di base... in sintesi la questione può essere ben più complessa quando si ha a che fare col mondo open-source."
Voi che ne pensate? Siete d'accordo con me? Fatecelo sapere in commento!
We believe in fast and secure messaging that is also 100% free.Commercial companies frequently face the need to compromise their values for financial gain. This is why we made Telegram a non-commercial project. Telegram is not intended to bring revenue, it will never sell ads and cannot accept outside investment. It also cannot be sold. We're not building a “user base”, we are building a messenger for the people.Pavel Durov, who shares our vision, supplied Telegram with a generous donation through his Digital Fortress fund, so we have quite enough money for the time being. If Telegram runs out, we'll invite our users to donate and add nonessential paid options to break even. But making profits will never be a goal for Telegram.
Un utente G+ leggendo il nostro editoriale ha prontamente detto la sua a riguardo, il suo commento offre ulteriori spunti di riflessione:
"E' importante anche percepire le particolarità della filosofia open-source, che non si limita a porre Telegram portatore di una sorta missione filantropica... In realtà, in quel tipo di filosofia ci possono rientrare anche altre chiavi di lettura, come la pubblicità, che ne deriverebbe indirettamente nel potersi pubblicizzare come produttore di un software di qualità (ricordiamoci che Telegram si basa si un sistema di criptazione forte che è quasi di livello militare) o come eventuali progetti collaterali che ne possano sfruttare le logiche di base... in sintesi la questione può essere ben più complessa quando si ha a che fare col mondo open-source."
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