Cyrus R. Vance Jr. ĆØ il procuratore distrettuale di Manhattan. |
I tre magistrati, attraverso una lettera aperta al New York Times, hanno puntato il dito contro Apple e Google, chiedendo a nome delle vittime di reati di rendere accessibili il sistema crittografici usati.
Non mancano alcuni episodi di cronaca nera, utilizzati dai Magistrati per rendere la loro campagna (crociata) ad alto impatto mediatico, ostacolate dalla inaccessibilitĆ dei dati custoditi negli smartphone trovati sulle scene del crimine. Qualche mese fa ĆØ stato emesso un mandato attraverso cui un Magistrato ordinava a Google e ad Apple di sbloccare i telefoni per divulgare (alle autoritĆ competenti) i dati contenuti, in quella circostanza le forze dell'ordine erano alle prese con la soluzione di un omicidio. la risposta da parte dei Colossi ĆØ stata negativa, sostenendo che non potevano poichĆ© non conoscevano il codice di accesso dell'utente.
Tra l' ottobre e giugno di questo anno, l'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan ha emesso un mandato giudiziario per accedere a 74 iPhone. Anche in questo caso non ĆØ stato possibile svelare i contenuti dei dispositiv, facendo arenare le indagini su tre tentativi di omicidio, abusi sessuali ripetuti su un bambino, un giro di prostituzione e casi di furti e rapine.
CiĆ² che ha allertato ulteriormente i Magistrati, ĆØ stato il recente annuncio da parte di Google e Apple all'introduzione di sistemi di crittografia full-disk, che sono ancora piĆ¹ complessi da sbloccare. Il diritto di privacy degli utenti si scontra con il diritto pubblica alla sicurezza. I Magistrati si auspicano una maggiore collaborazione, e magari un sistema crittografico comune che possa agevolare le indagini. Speriamo che si possa giungere presto a un accordo.