L'Asia sommersa dai rifiuti...
In Asia, dal 2010 al 2015 la quantità di rifiuti tecnologici è aumentata del 60%. Ben 12,3 milioni di tonnellate di scarti tecnologici di ogni tipo (telefoni, computer, tablet, televisori ecc.) vengono accantonati per lasciare spazio a nuovi modelli; e i principali Paesi che stanno contribuendo a tale esternalità negativa sono: Cina e Hong Kong.
Economie di scala sempre più aggressive e l'aumento del benessere ha fatto si che la questione rifiuti diventasse un vero e proprio problema per questi paesi, dove il ritmo demografico cresce incessantemente (si è registrato un incremento da 1.34 a 1.38 miliardi di persone). Chiunque può permettersi di acquistare piccoli e grandi elettrodomestici, che il più delle volte rimpiazzano vecchi (e ancora funzionanti) modelli.
La situazione in Italia...
E in Italia? La situazione non è tanto migliore, dato che il mancato
senso civico unito a una scarsa comunicazione non consentono agli italiani di smaltire efficacemente i rifiuti tecnologici. Tutti dovrebbero essere a conoscenza del decreto "Uno contro Zero" (dell'aprile 2016) grazie al quale è possibile riciclare apparecchi elettronici dismessi di piccole dimensioni, inferiori a 25 centimetri (Smartphone, Tablet, mp3 player, phon, rasoi) presso i negozi di elettrodomestici. La statistica è preoccupante, dato che solo 18 italiani su 100 sono a conoscenza di tale modalità di riciclo. Il decreto obbliga all'ottemperamento di questa norma, tutti i negozi di elettrodomestici con superficie di vendita al dettaglio di almeno 400 metri quadrati, mentre resta facoltativo per i negozi più piccoli.
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